Microbioma cutaneo e psoriasi

microbioma cutaneo

Nel continuo aggiornamento che il Metodo Apollo offre ai malati di psoriasi, ci teniamo a tornare a parlare di una correlazione fortissima che intercorre tra l’insieme dei batteri della pelle e dell’intestino e la psoriasi stessa.

Per farlo ospitiamo di nuovo il massimo esperto italiano di microbioma, il Dott. Piccini.

L’abbiamo incontrato in occasione del Paleomeeting il 10 di aprile e non potevamo che chiedere un articolo su misura per noi.

Facciamo una premessa, la ricerca sulle correlazioni tra microbioma e malattie autoimmuni è ancora agli albori, le macchine per il sequenziamento del DNA di nuova generazione stanno sconvolgendo le nostre conoscenze giorno per giorno.
La proteomica e le nuove metodologie di laboratorio rappresentano un salto quantico nella ricerca e queste informazioni mettono in discussione quello che si credeva ormai certo e assodato.

Siamo orgogliosi di ospitare di nuovo il Dott. Piccini e lasciamo a lui la parola.

 

Pelle fragile, batteri preziosi

La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle di origine sconosciuta, che si verifica in soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’esposizione ad alcuni fattori scatenanti di natura ambientale.

Se da un lato è vero che tali fattori sono in gran parte sconosciuti, è invece certo che la lesione che ne risulta pare derivare da un’anomala reazione di tipo auto-immune.

Da questa constatazione è nata l’ipotesi che una alterazione del microbioma cutaneo (la popolazione dei batteri che vive in simbiosi con la cute con il loro patrimonio genetico) possa essere a seconda dei casi un fattore predisponente, scatenante, o di mantenimento, delle lesioni associate alla malattia.

Essendo la metagenomica (la scienza che studia il microbioma umano) una branca scientifica molto recente, sono ancora pochi gli studi che hanno tentato di correlare determinate alterazioni del microbioma cutaneo con la patologia psoriasica.

Ciò nonostante, i pochi studi che sono andati ad esaminare il microbioma delle aree di cute affetta confrontandole con le aree di cute sana (nello stesso soggetto) hanno evidenziato interessanti variazioni.

Innanzitutto si è visto che i soggetti che soffrono di psoriasi sembrano ospitare sulla propria pelle alcune popolazioni batteriche in proporzioni caratteristiche, e che questo è vero tanto sulle aree di cute affette dalle lesioni che su quelle non affette.

Queste popolazioni appartengono alle famiglie dei Firmicuti e degli Actinobatteri e sembrano rappresentare un marker caratteristico delle persone affette da psoriasi, o che sono destinate a svilupparla.

All’aumentata prevalenza di questi batteri corrisponde una diminuzione della presenza di altre famiglie, tra cui quelle del genere Cupriavidus, Methylobacterium, e Schlegelella.

Un’altra osservazione interessante è che la terapia sistemica della malattia provoca una variazione del microbioma dei soggetti psoriasici riducendo la diversità delle specie batteriche presenti sulla pelle, ma aumentandone l’uniformità.

Possiamo dire dunque che la patologia psoriasica è legata ad una alterazione statisticamente significativa del microbioma cutaneo che appare evidente sia nelle aree di pella integra che in quelle affette dei soggetti colpiti.

Per essere veramente significativa, tale osservazione dovrebbe però essere correlata all’analisi del microbioma intestinale di questi pazienti. Perchè dico questo?

Perchè essendo la psoriasi una patologia a patogenesi auto-immune, ben note sono le alterazioni del microbioma intestinale che si verificano nelle patologie auto-immuni e pertanto limitarsi ad un’indagine del microbioma cutaneo in questo tipo di patologia mi pare semplicistico.

Oggi sappiamo che quello che fa la differenza tra un microbioma patogeno e uno sano non è tanto la presenza di un certo tipo di batterio a scapito di altri, quanto piuttosto una alterazione più vasta degli equilibri presenti nel microbioma di un determinato distretto corporeo.

Il fatto che una dieta di tipo Paleo Autoimmune si sia dimostrata in grado di produrre miglioramenti oggettivi in soggetti affetti da patologia psoriasica ci dimostra che quando cerchiamo di stabilire nessi causali tra microbioma e patologie infiammatorie di qualsiasi tipo non è possibile prescindere da un’analisi del microbioma intestinale.

Né è possibile prescindere da una correzione degli equilibri di questo settore concentrandosi esclusivamente su quanto avviene sugli strati esterni del corpo.

Questo è il motivo per cui insisto nel suggerire il fatto che una dieta Paleo Autoimmune debba sempre associarsi ad un recupero degli alimenti fermentati e ad una adeguata assunzione di alimenti prebiotici.

Questo infatti è il metodo che la moderna scienza metagenomica ci suggerisce di seguire ogni qualvolta vogliamo ottimizzare il nostro microbioma intestinale.

 

A cura di: Fabio Piccini
Medico e psicoanalista, ha conseguito un dottorato in Alimenti, Nutrizione e Salute all’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Ha dedicato la maggior parte della sua carriera allo studio e al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare pubblicando numerosi articoli scientifici e saggi su questi argomenti.
Tra questi: Anoressia, Bulimia, Binge Eating Disorder (CSE), Ri-Vedersi (RED), Pane Al Pane E Vino Al Vino (Franco Angeli), La Dieta Intermittente (PLAN), Alla Scoperta Del Microbioma Umano (KDP), La Dieta Più Antica Del Mondo (Baldini e Castoldi), Dalla Padella Alla Brace (KDP).
Collabora in qualità di docente con la Scuola di Alta Formazione in Medicina della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e con la Scuola di Nutrizione Salernitana.
Vive e lavora tra Rimini, Padova e Sansepolcro.