Seppur con qualche cautela derivante dalla difformità dei risultati raccolti nei diversi studi, possiamo sostenere che la psoriasi colpisca lo 0.6-4.8% della popolazione mondiale, cosa che rende questa patologia un serio problema globale.
Degli stimati 125 milioni di pazienti affetti da psoriasi, il 25-30% è colpito da una forma moderata-grave. Nei rilevamenti sulla diffusione della psoriasi il rapporto uomo-donna è di 1:1, vale a dire che non sono state osservate delle discrepanze statisticamente significative legate al genere, anche se qualche ricerca mette in evidenza alcune differenze. Risulta infatti che l’esordio sia più precoce nelle donne, mentre negli uomini sembra ci sia una maggiore probabilità di contrarre forme più severe della malattia.
Pare anche che la psoriasi incida maggiormente sulla vita psicologica e sessuale delle donne e crei più stress lavoro-correlato negli uomini.
La psoriasi può verificarsi a qualunque età, tuttavia si è osservato che ha due picchi prevalenti di insorgenza: uno giovanile (dai 16 ai 22 anni) e uno tardivo (tra i 50 e i 60 anni). Può comparire anche nei bambini.
Alcuni studi hanno messo in evidenza le differenze etniche nella prevalenza della psoriasi. Sembra che colpisca prevalentemente la popolazione caucasica e in minor misura le popolazioni asiatiche o africane. Infine, è stato riscontrato che la psoriasi è quasi del tutto assente in alcune popolazioni come gli eschimesi o gli aborigeni australiani.
È probabile che alcune disomogeneità nella prevalenza della psoriasi siano dovute a differenze nei fattori genetici e ambientali (quali clima, abitudini culturali, fattori socioeconomici, infezioni, stress, droghe), che influenzano la suscettibilità alla malattia. A spiegazione di questa variabilità, è stata anche considerata l’importanza delle abitudini alimentari.
Nonostante la Psoriasi sia al centro di tantissimi studi e protocolli vi è una mancanza di indicazioni pratiche disponibili per aiutare nella gestione dell’importante scenario clinico quando una paziente con psoriasi prevede di avere un figlio.
Questo articolo ha lo scopo di rispondere agli interrogativi più comuni che si pone una coppia che decide di intraprendere una gravidanza. I rischi di sviluppare la psoriasi della prole sono del 50% se entrambi i genitori hanno la psoriasi, il 16% se un genitore ha la psoriasi e l’8% se nessuno dei genitori ma un fratello ha la psoriasi.
Complessivamente il 40% di quelli con psoriasi ha un parente di primo grado con la psoriasi. La concordanza della psoriasi nei gemelli monozigoti è del 70%, scendendo al 30% nei gemelli dizigotici.
Per ragioni ancora da determinare, gli uomini affetti hanno un rischio maggiore di trasmettere la psoriasi ai loro bambini.
Le limitate evidenze disponibili suggeriscono che la psoriasi di solito migliora in modo significativo durante la gravidanza: 7-9% 55% (intervallo 33-60%), 25% non riporta alcun cambiamento e il 25% peggiora.
Viceversa dopo il parto, è probabile che la psoriasi divampi nelle settimane successive: 7-9 il 65% peggiora (intervallo 40-88%), il 25% non mostra alcun cambiamento e il 10% migliora.
Per i pazienti con artrite psoriasica, l’80% migliora o rimette durante la gravidanza, mentre il 70% flare post-partum.
Non è noto che la psoriasi abbia un impatto significativo sulla fertilità, né maschile né femminile. Tuttavia, uno studio statunitense ha osservato un numero significativamente inferiore di nascite attese per le madri con psoriasi. Una possibile spiegazione è l’evitamento dell’intimità conseguente alla psoriasi genitale che può causare dolore, disagio e imbarazzo (fino a un terzo dei pazienti). Una significativa malattia scrotale può anche portare ad un aumento della temperatura del testicolo e una ridotta fertilità.
I dati sugli esiti della gravidanza sono contrastanti. Alcuni studi hanno suggerito un possibile aumento dei neonati prematuri e con basso peso alla nascita. Anche altre malattie infiammatorie e autoimmuni come l’artrite reumatoide e la malattia infiammatoria intestinale sono state associate a basso peso alla nascita, parto pretermine e aborti spontanei e indotti.
È stato ipotizzato che ciò sia dovuto a disfunzione immunitaria, citochine proinfiammatorie ed effetti sulle cellule endoteliali con conseguente vasculopatia sistemica e plasmatica. Tuttavia, altri studi sulla psoriasi non mostrano rischi significativamente aumentati di difetti alla nascita o altri esiti avversi della gravidanza.
In Australia, le donne in gravidanza con psoriasi hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso, obese, depresse, fumare nel primo trimestre e hanno anche meno probabilità di assumere vitamine o integratori prenatali.
La consulenza pre-concepimento per migliorare la salute della madre, l’andamento della gravidanza e del bambino è quindi fortemente incoraggiata.
Psoriasis in those planning a family, pregnant or breast‐feeding. The Australasian Psoriasis Collaboration.
Rademaker, M., Agnew, K., Andrews, M., Armour, K., Baker, C., Foley, P., Frew, J., Gebauer, K., Gupta, M., Kennedy, D., Marshman, G. and Sullivan, J. (2018)
https://doi.org/10.1111/ajd.12641
A cura di: Dott.ssa Federica Cavallini Specialista in Dermatologia e Venereologia