Il termine CRISI DI GUARIGIONE fu individuata e descritta dai dermatologi tedeschi Adolf Jarisch (1861-1942) e Karl Herxheimer (1861-1944).
Questa reazione si verifica quando grandi quantità di tossine vengono rilasciate nel corpo man mano che i batteri (normalmente del genere Spirochete, come Treponema pallidum, agente patologico della sifilide) muoiono durante una terapia antibiotica.
Lo stesso può verificarsi in caso di presenza di lieviti del genere Candida quando vengono rilasciate le tossine dei lieviti che stanno morendo.
Questo termine può essere usato in senso più ampio per indicare un peggioramento della patologia che sto trattando e la comparsa di sintomi aspecifici all’inizio del percorso di un protocollo.
Anche un cambiamento di dieta e un intervento nutrizionale possono modificare l’equilibrio dell’organismo e indurre una reazione che ricorda quella descritta dai due celebri dermatologi.
Quando insorge una crisi di guarigione comunemente insorgono le seguenti domande:
- Quello che sto facendo non funziona?
- Devo interrompere il protocollo?
- Dove sto sbagliando?
- Perché sto peggio di prima?
La risposta che possiamo darvi in base alla nostra esperienza è la seguente: la crisi di guarigione compare in circa l’80% delle persone che iniziano il nostro protocollo soprattuto nei casi in cui è necessario intraprendere una terapia anticandida o antibatterica.
Se il paziente conosce la reazione ed è preparato alla gestione del peggioramento solitamente non ci sono problemi e molto spesso questo spiacevole momento diventa il preludio della remissione.
È importante che ogni aspetto di un possibile peggioramento venga comunicato al professionista della salute di riferimento per gestire al meglio questo delicata fase.
A cura di: Dott.ssa Federica Cavallini Specialista in Dermatologia e Venereologia